giovedì 26 marzo 2015

Decluttering ed ecologia. Fino a che punto è giusto fare decluttering?

Decluttering è un termine inglese che deriva da clutter: ingombro, disordine. Decluttering vuol dire quindi sgombrare, liberarsi dal disordine. Fare decluttering è ormai diventata una moda; se ne parla tantissimo nel web, le pubblicazioni si sprecano, esistono programmi TV che insegnano come fare. La nostra è, infatti, una generazione sepolta da cumuli di roba, spesso inutile. Per i nostri nonni, che non avevano così tanto e che quindi tendevano ad accumulare quelle poche provviste che potevano, il termine decluttering non avrebbe assunto alcun significato. Anzi, credo che mia nonna si sarebbe arrabbiata molto se mi avesse visto dare via sacchi enormi pieni di qualunque cosa. Quest’estate, infatti, ho avviato una selvaggia opera di decluttering a casa mia e ho cominciato a chiedermi fino a che punto fosse giusto liberarsi e quali cose, invece, sarebbe meglio tenere.
Ovviamente, l’essere o meno drastici nel fare decluttering dipende anche dallo spazio che si ha disposizione; fortunatamente io ne ho abbastanza e mi sono, quindi, soprattutto posta il problema dell’ecologia e anche quello dell’economia; che senso ha buttare oggi per dover poi ricomprare domani?

Vi faccio alcuni esempi: su un blog americano che parla di organizzazione, in un articolo sul decluttering, ho letto che bisognerebbe liberarsi delle troppe lenzuola perché non ne servono più di tre o quattro paia. Assolutamente d’accordo sul fatto che tre o quattro paia di lenzuola siano più che sufficienti, ma prima o poi, nel giro di qualche anno, le lenzuola si consumano e se ho dato via le altre sei paia che possedevo, dovrò comprarne altre. Stessa storia per le stoviglie, che a casa mia fanno decluttering autonomamente, dal momento che ogni tanto si rompono un piatto, un bicchiere o una tazzina da caffè. E poi ci sono le cose che ami, i libri per esempio; credo che ognuno di noi abbia qualche oggetto di cui non ha voglia di sbarazzarsi, l’importante è che non siano troppi. Nella mia opera di decluttering ho trovato un borsone dimenticato in soffitta una vita fa e, aprendolo, mi sono saltati tra le mani oggetti che non ricordavo assolutamente di aver conservato; il 50% è finito in sacchi pieni di cianfrusaglie da buttar via, il restante 50%, però, è tornato nel mio guardaroba: cinture, borse e persino un paio di stivali fantastici.

La conclusione a cui sono giunta, dopo la mia esperienza di decluttering, è dunque la seguente:
  • Se vuoi fare decluttering, smetti di comprare. Che senso ha eliminare cinque borse se poi ne compri altre tre? E… che senso ha comprare un nuovo servizio di piatti, se ne hai uno che non hai mai usato? Sì: è compreso anche quello di porcellana finissima che custodisci gelosamente. La prima regola del decluttering è proprio quella: non comprare niente, a meno che non ti serva davvero. No, neanche quel copriletto perfettamente in tinta con le tende: sei sicura di non poterne fare a meno?
  • La seconda è: usa quello che hai. E qui torniamo al servizio di piatti buono che giace dimenticato dietro a qualche sportello o, peggio, in soffitta. Davide mi aveva rotto quasi tutti i piatti fondi e avevo pensato di comprarne altri. Avevo, però, splendidi regali di nozze, ancora nei cartoni (mi sono sposata quasi dieci anni fa); ho tirato fuori tutto e adesso uso stoviglie bellissime; ovviamente, cerco di tenerle lontane dalle manine leste del bambino, ma se si rompono pazienza, me ne farò una ragione; almeno le avrò usate e non conservate senza trarne alcuna utilità. Quando non ne avrò più a sufficienza, allora sì, ne comprerò altre.
  • Pensa all’utilità e fai appello al tuo senso critico. Quando fai decluttering, chiediti se quell’oggetto ti sarà mai utile in vita, se la risposta è no, sai già che il suo posto non è in casa tua. Tieni, però, quello che ti potrà servire. Certo, dovrai avere un profondo senso critico, altrimenti non darai via niente ma, come dicevo prima, non ha senso eliminare qualcosa oggi, per doverla ricomprare domani. Trovo che sia una scelta poco sostenibile.
  • Non nascondere niente in scatoloni che non aprirai per anni; lo devi capire subito se tenere o meno un oggetto. Quella cintura nuovissima e firmata potrai conservarla nel cassetto, anche se pensi che per questa stagione non la userai; quella usurata e vecchia, anche se ti ci sei affezionata, sarà meglio darla via. Se seppellisci gli oggetti nei cartoni, te ne dimenticherai e avrai occupato inutilmente spazio per chissà quanto tempo.
  • Fa del decluttering una sana abitudine quotidiana (o quasi). Una volta che avrai liberato la tua casa (e la tua vita) dalle cose inutili, smettila di accumulare. A partire da ora.

E tu? Sei amante del decluttering, tendi ad accumulare tutto o, come me, cerchi una via di mezzo?

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