mercoledì 15 febbraio 2012

La Basilicata a Sanremo 2012

Oggi voglio essere campanilista; voglio parlare della Basilicata a Sanremo. In particolare, vorrei commentare il monologo di Rocco Papaleo e la canzone di Arisa; sì: appunto, i due lucani presenti sul palco dell’Ariston.
Io non so se uno che non è mai stato in Basilicata può capire a fondo l’ironia di Papaleo perché lui è la lucanità e la lucanità non è come la romanità, la napoletanità o la bolognesità, che sono sotto gli occhi di tutti.
Pochi conoscono la Basilicata e, di conseguenza, penso che pochi conoscano la lucanità. Rocco è lucano dentro, a partire dal nome, il più tipico dei nostri nomi maschili e, quando parla delle stazioni in cui non puoi perdere il treno perché i treni non passano mai, racconta un mondo. In Basilicata ci sono moltissime stazioni in cui i treni non passano mai. Sono luoghi strani, deserti e anche un po’ irreali. Sono luoghi che, proprio come ha detto Papaleo, ti spingono a sognare. Non puoi prendere un treno reale e allora sali sul treno della tua immaginazione. In Basilicata, se hai un sogno, lo devi sognare più forte. È una regione fatta di paesini con pochi abitanti e molte di quelle strutture che ti rendono più semplice raggiungere un obiettivo ambizioso non esistono. Spesso, per inseguire il tuo sogno, devi fare la valigia e partire. Per sempre. Possibilmente non in treno e nemmeno in aereo. I mezzi pubblici, in Basilicata, sono veramente pochi ed è su un’auto che sali quando prendi il tuo sogno per portartelo chissà dove.

E poi c’è Arisa. Una che ha preso il treno dei suoi desideri e non è scesa più. La sua canzone, secondo me, è tra la due più belle del festival (l’altra è quella di Pierdavide Carone). Il critico Mario Luzzatto Fegis, nelle sue pagelle sul Corriere della sera, l’ha bocciata con un 4 dicendo che non ha fatto la cantante. Mi è sembrato un commento quantomeno superficiale. La notte è dolcissima, emozionante e cantata molto bene. Ce l’ho in testa da quando l’ho sentita. È una di quelle che ti entra dentro, te la canti, te la ricanti e ci rimugini anche un po’. Cosa chiedere di più a una canzone?

E, infine, sempre a proposito di sogni e canzoni. Forse non tutti sanno che Rocco Papaleo è anche un cantante, anzi un cantautore. Spero che possa cantare anche lui sul palco dell’Ariston perché i suoi pezzi sono interessanti, sono diversi, sono un genere poco conosciuto, un genere, come dire, lucano.

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2 commenti:

  1. Che dolcezza il tuo post! Rocco mi piace tantissimo!la canzone di Arisa non l'ho ascoltata ma provvederò! non ho mai visitato la Basilicata ma capisco cosa intendi, i miei sono di origine Calabrese, altra regione secondo me molto poco conosciuta, a parte i lati negativi...
    un abbraccio

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