venerdì 25 novembre 2011

L'influenza nei bambini piccoli


La redattrice scientifica che c’è in me ogni tanto prende il sopravvento sulla mamma pasticciona e quindi oggi ho deciso di scrivere un pezzo sull’influenza nei più piccoli.

Anche i neonati e i bambini piccoli sono ovviamente esposti al rischio di contrarre il virus dell'influenza;  non è però facile distinguere questa patologia da altre malattie virali in quanto spesso i sintomi sono simili. Il più delle volte non è influenza, ma una malattia che le somiglia.

Se i sintomi sono gli stessi perché si dà più importanza all’influenza rispetto agli altri malanni di stagione? Essenzialmente per due motivi e cioè per la maggiore diffusione di questa patologia e per la serietà delle potenziali complicanze. Le complicazioni più frequenti – e curabili – sono l’otite media acuta e la bronchite. Se il bambino soffre di una patologia cronica, l’influenza può complicarsi in maniera anche molto seria.


Come si fa a capire che è influenza?
Come dicevamo, non è facile capirlo in quanto i sintomi caratteristici dell’influenza sono
  • Febbre superiore a 38°, di insorgenza improvvisa
  • Sintomi respiratori
  • Inappetenza
  • Stanchezza
  • Irritabilità

L'influenza può inoltre essere accompagnata da dolori addominali, diarrea e vomito.

Tutti sintomi aspecifici e quindi simili a quelli associati a un numero elevato di altre patologie.

Quando però ci si trova nella stagione influenzale, che varia di anno in anno, ma che generalmente va da fine ottobre a tutto febbraio, c’è una maggiore probabilità che il piccolo abbia contratto l’influenza; specie se frequenta una comunità (nido, scuola materna …)

Secondo la mia esperienza di mamma, il modo migliore per scoprire con che virus abbiamo a che fare è chiedere al pediatra. Il pediatra di solito ha una visione più ampia perché, vedendo tanti bambini, sa quali virus ci sono in giro in un determinato periodo.

Cosa si può fare per evitare che i bambini contraggano l'influenza?

Avere sane abitudini è importante. Un’alimentazione sana, varia e naturale, e il giusto riposo aiutano le difese immunitarie del bambino.

Lavare spesso e accuratamente le mani del bambino è una norma semplice e più efficace di quanto si pensi. Bastano acqua e sapone; gli antibatterici non sono necessari.

Frequentare il meno possibile luoghi chiusi e troppo affollati, specie durante il periodo di maggiore diffusione della patologia.

E il vaccino? Sotto i due anni il vaccino antinfluenzale ha un tasso di efficacia piuttosto basso, quindi a meno di patologie particolari, non è consigliabile farlo. In ogni caso, la persona più adatta a dare consigli in merito all’uso del vaccino è ovviamente il pediatra, che saprà rispondere a ogni dubbio o domanda.

E se il bambino di ammala?
Consultare sempre il pediatra e non prendere iniziative in merito all’uso dei farmaci.

Cose da sapere sull’uso dei farmaci nei bambini:
  • i mucolitici non sono indicati sotto i due anni e, anche nei bimbi più grandi, vanno somministrati con moderazione;
  • il paracetamolo è generalmente ben tollerato e serve sia da antipiretico sia da antidolorifico (per esempio contro il mal di testa), ma non bisogna superare mai le dosi consigliate ed è sempre buona norma chiedere il parere del pediatra prima di somministrarlo;
  • l’acido acetilsalicilico, comunemente conosciuto come aspirina, non va mai somministrato ai bambini;
  • gli antibiotici non sono da demonizzare, ma vanno usati solo quando è strettamente necessario e cioè quando, in base al parere del pediatra, è presente una complicanza batterica; se l’influenza non è complicata da un’infezione di natura batterica, l’antibiotico, oltre a essere inutile, può essere pericoloso per la possibilità di indurre resistenze e cioè per il rischio di stimolare la proliferazione di batteri non sensibili all’azione dell’antibiotico.

    Per approfondire l'argomento:

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